Venerdì 12/08/22
Buongiorno,
"Da Solo", da qui in avanti, sarà una sorta di diario di bordo; userò questa sezione, per appuntare, saltuariamente, i miei sfoghi estemporanei, i miei stati d'animo che, di questi tempi, affollano la mia mente, più del solito, più del dovuto.
Sono arrivato a cinquantacinque anni, ci sono arrivato da solo, senza quell'illusione, tutta mia che mi ha accompagnato per sedici anni, più o meno. Un'illusione fatta di silenzi e di bugie, di dubbi e malinconie, di sacrifici vani e bocconi amari. Quando vivi un'esperienza come la mia, quando, ad un certo punto, ti si materializzano, tutti insieme, i pensieri ed i timori peggiori, degl'ultimi vent'anni di vita, vuol dire che sei messo malissimo, vuol dire che il progetto più importante della tua vita è fallito, vuol dire che anche tu sei un fallito, al pari del tuo progetto.
Inventarsi una nuova dimensione, a questo punto del cammino, con questi presupposti e con questo stato d'animo, è cosa ardua e velleitaria; come recita quel vecchio adagio: "Ogni cosa a suo tempo" ed io, in questo momento, mi sento fuori tempo massimo, fuori dal mio tempo, da quello che avevo immaginato, da quello per il quale ho lottato, con tutte le mie forze.
Il mio tempo, oggi, è solitudine e sopravvivenza, il mio tempo oggi è rappresentato da una sorta di vita che, costantemente, mi mette di fronte al terrore di non farcela; il mio tempo oggi è rappresentato dalla tentazione di gettare la spugna, dal desiderio di lasciarsi andare. Se sono ancora qui a raccontarla, è solo grazie ai miei figli, è solo grazie all'Amore incondizionato che ho per loro.